In Lunigiana si trovano molte cascate e salti d’acqua. Alcune sono ben conosciute, altre sono semisconosciute e nascoste ai più, rifugio ideale nella natura. La cascata sul Tanagorda sicuramente è una di quelle mete così particolari, che meritano di essere viste. E’ uno di quei posti che catturano l’anima e congelano il tempo, il luogo dove naufragare di tanto in tanto.
Per raggiungerlo ho parcheggiato nei pressi del cimitero di Treschietto e son salito per la strada sterrata che lo costeggia. E’ una strada di servizio per contadini, pastori e taglialegna: se siete osservatori, salendo noterete brevi tracce di antiche mulattiere che passano e scompaiono, sempre parallelamente al percorso attuale. L’intero percorso alla cascata è di circa 2 km con un dislivello di 200 metri circa, quindi non è particolarmente faticoso.
Il primo tratto non è diversa da altre strade sterrate di montagna, comoda e percorribile da chiunque. Salendo si incrociano qualche bel castagneto coltivato e tracce di muretti a secco. Salendo, nei pressi di una curva, la strada si biforca. Bisogna seguire le indicazioni per la Capanna Antani (segnata da un cartello), comunque, per chi ha dei dubbi, si deve sempre rimanere sulla destra, avendo il rumore del torrente sempre alla destra rispetto alla risalita.
Qui il paesaggio muta e si attraversa un tratto di bosco di abeti. Si sale ancora e si arriva a quella che penso essere la Capanna Antani: una piccola capanna in pietra, posta nel bel mezzo di castagni secolari. Qui sono ancora presenti i muretti a secco delle piane e sono ben visibili i muretti di contenimento, ossia piccoli muretti circolari, che venivano eretti a protezione dei castagni da frutto.
Agli occhi miei, “turista” della natura, appare tutto come un bellissimo giardino di muretti ordinati ed alberi secolari. In realtà è la testimonianza dell’uomo che, in qualche modo, mette ordine alla natura circostante per la propria sopravvivenza.
Proseguendo bisogna fare attenzione e portarsi sul sentiero di destra che scende dolcemente verso il torrente. Arrivati sul torrente non resta che risalire. Difficile risalire senza bagnarsi i piedi. L’ambiente circostante è stupendo, il torrente scorre in un letto a tratti molto stretti, in mezzo ad una natura lussureggiante. Si incontrano alcune piccole pozze d’acqua. Dopo un breve ma insidioso percorso si inizia a vedere la cascata. Con qualche attenzione arrivo fin sotto di essa. E' un bellissimo salto. L’acqua cade in una piccola ma profonda pozza che, illuminata dal sole, mostra un bel colore tra il blu e l’azzurro. Un bel posto per sedersi e meditare, tra il rumore dell’acqua e i colori della natura.
SOTTO, IN ALLEGATO, HO MESSO LA TRACCIA PER IL GPS
Avvertenze
In questo percorso, fino al torrente, non serve nulla di particolare se non gli scarponcini da montagna. La risalita sul torrente, merita invece un discorso a parte. Bisogna prestare MOLTA attenzione alle rocce scivolose in PRIMAVERA, AUTUNNO e INVERNO. Sarebbe meglio portarsi delle calzature apposite da torrente in modo di risalirlo totalmente in acqua (mia opinione personale). Non ci sono pozze particolarmente profonde che costringono ad immergersi. Non avendo scarpette dietro, io ho intervallato passaggi su sponda a passaggi in acqua, alta mai più delle ginocchia.
Il passaggio nel torrente, se pur breve, avviene anche in punti piuttosto stretti dove l’eventuale uscita dal letto e risalita nel bosco non è sempre semplice, quindi consiglio di percorrerlo solo con tempo sereno per evitare di rimanere bloccati in caso di piena.
E’ un percorso adatto a tutti?
Faccio il solito discorso: se una persona è abituata a camminare in montagna e a risalire piccoli torrenti, sicuramente lo troverà bello e avventuroso (seppur breve). Eviterei di portarci i bambini a causa delle rocce scivolose.
Il telefono (per lo meno wind) non prende lungo tutto il percorso