Arandora Star, una tragedia dimenticata

Lapide commemorativa a Bratto

Durante una visita al paese di Bratto, sul passo del Brattello, mi ha incuriosito una lapide sulla facciata della chiesa del paese. Essa riporta i nomi di cinque persone e una scritta "PERIRONO IL 2.7.1940 NELL'AFFONDAENTO DELL' ANDORSTAR". Cercando su internet, non trovavo nulla circa questa nave, ma con l'aiuto della data, sono risalto alla storia dell' "Arandora Star". E' una storia incredibile, commovente e sconvolgente allo stesso tempo. Una tragedia che merita di essere conosciuta e ricordata. Ci sono uomini che non conoscono odio nè vendette, ma mettono l'uomo al centro di tutto..... gli abitanti di Bratto hanno pianto sia i caduti inglesi, seppelliti nel loro cimitero e le vittime dell' "Arandora Star", perseguitati dagli inglesi stessi.

Riporto di seguito la storia dell' "Arandora Star" (fonte wikipedia):

Storia

Origine di nave da crociera

Costruita da Cammell Laird & Company, Limited per la Blue Star Line nel 1927, con un tonnellaggio lordo di 12’847 tonnellate, una lunghezza di 163 metri, 354 posti di prima classe e una velocità di crociera di 60 nodi.

Inizialmente chiamata Arandora, fece rotta tra Londra e la costa est del Sud America dal 1927 al 1928 prima di essere riarmata a 15’501 tonnellate lorde come nave da crociera di lusso e chiamata Arandora Star per evitare confusione con le navi della Royal Mail, chiamate tipicamente con nomi che iniziavano e finivano con la lettera A.

Trasporto degli internati

Durante la seconda guerra mondiale, i Paesi di entrambi gli schieramenti applicarono l'internamento dei cittadini originari dei Paesi nemici per timore dello spionaggio. La nave britannica quindi fu adattata a trasportare internati dell'Asse in Canada. Gli internati erano cittadini italiani, tedeschi e austriaci di sesso maschile, molti immigrati nelle Isole britanniche da decine di anni, tanto che molti avevano parenti, anche figli, che militavano nell'esercito britannico. A costoro vennero negati i diritti civili e politici, compresi quelli riconosciuti ai militari secondo la Convenzione di Ginevra. A molti venivano confiscate le proprietà. Ai familiari non fu detto che i parenti arrestati sarebbero stati deportati. Per disposizione del governo britannico, le famiglie degli internati residenti sulla costa, senza sostentamento e assistenza, furono costrette a trasferirsi nelle città.

Il primo di luglio del 1940, la nave salpò da Liverpool senza alcuna scorta, sotto il comando di Edgar Wallace Moulton fece rotta per trasportare in un campo di prigionia canadese circa 1500 uomini.

Esclusi 86 prigionieri di guerra, gli altri uomini erano civili tra i 16 e i 75 anni. La nave fu sovraccaricata e non fu rispettato il rapporto massimo passeggeri per scialuppa. I prigionieri furono ammassati nelle cabine, molti dormivano sul pavimento della sala da ballo. La nave, senza giustificazione funzionale, era stata ridipinta di grigio. Non esponeva segnali che potessero far identificare la sua funzione, come il simbolo della Croce Rossa. Né all'equipaggio, né agli internati furono date istruzioni sulle procedure d'emergenza.

Affondamento

Il 2 luglio 1940, a largo della costa nord-ovest dell'Irlanda, fu colpita da un siluro lanciato dall'U-47, un U-Boot tedesco. L'equipaggio dell'U-Boot dichiarò in seguito di essere stato tratto in inganno dalla livrea grigia che faceva sembrare la nave da crociera un mercantile provvisto di armi in dotazione alla marina britannica. L'Arandora Star, senza più potenza motrice, affondò in trentacinque minuti. Persero la vita più di ottocento persone, 446 dei quali erano italiani.

Operazioni di salvataggio

La nave, alla partenza del suo ultimo viaggio, era fornita di quattordici scialuppe. Il numero di scialuppe era insufficiente per il numero di passeggeri. Molte di tali scialuppe erano separate da ponte con filo spinato. Una di esse fu subito distrutta dall'impatto del siluro, problemi tecnici impedirono di calarne un'altra delle quattordici in mare, e altre due furono danneggiate durante il loro ammaraggio. Almeno quattro delle rimanenti furono ammarate con un numero di passeggeri molto inferiore alla capienza. Un'altra affondò durante l'ammaraggio.

Il comandante Otto Burfeind della nave tedesca SS Adolph Woermann, che era tra i prigionieri, rimase a bordo della nave organizzando l'evacuazione della nave e risultò disperso.

Dopo aver mandato in avanscoperta un idrovolante Sunderland a rintracciare l'SOS, l'incrociatore canadese St. Laurent riuscì a portare in salvo 586 opersone, i feriti dei quali furono trasportati al Mearnskirk Hospital.

Dopo l'affondamento 

Il comandante britannico Edgar Wallace Moulton, il comandante canadese Harry DeWolf ed il capitano tedesco Otto Burfeind ottennero riconoscimenti per il loro eroismo. Agli internati superstiti non vennero riconosciuti i diritti civili nonostante tutto; molti di loro furono deportati nelle colonie britanniche dell'Oceania. I famigliari delle vittime non hanno mai ricevuto scuse ufficiali, né un risarcimento.

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