Il Piscio di Pracchiola

Piscio di Pracchiola

Non si può dire che la Lunigiana non sia terra di cascate, tuttavia lungo i suoi numerosi corsi d'acqua, se ne trovano alcune che meritano di essere viste. Tra queste c'è certamente il Piscio di Pracchiola. Pracchiola è un piccolo paese della Valdantena che si trova sulla strada che sale verso il Passo del Cirone. Raggiungerlo è semplice: da Pontremoli si sale sulla statale della Cisa, al primo tornante si svolta a destra e si seguono le indicazioni per il Passo del Cirone. La strada è poco frequentata e sale attraversando le località di Molinello, Casalina e Groppodalosio fino ad arrivare a Pracchiola, tra castagneti bellissimi dal sapore antico, interrotti da case in sasso,  piccoli campi e pascoli. Pur essendo località ormai poco abitate, la natura mantiene l'ordine impostato da secoli da chi viveva in queste zone. Basta guardarsi intorno per vedere ancora castagneti ben tenuti o pascoli ancora in ordine..... magari con l'erba alta e abbandonati, ma dove la natura selvaggia non ha ancora preso il sopravvento. Se provate a fermarvi lungo la strada ed entrare nel bosco, noterete come sono ancora presenti e quasi intatti i terrazzamenti, i muretti a secco e quelli di contenimento. Passato Groppodalosio ci aspetta l'ultimo tratto di strada su un costone più ripido e pascoli su stretti terrazzamenti che precedono le prime case del paese. E’ così, che in una mattina di luglio, mi ritrovo al parcheggio all'inizio del paese. Mi incammino sulla sinistra, tra le prime case. Il paese sembra in una posizione sfortunata, nella stretta vallata, che in inverno prende poca luce..... ma il nostro è sempre il ragionamento della società tecnologica e dei consumi dove il fabbisogno alimentare è soddisfatto da un comodo supermercato, pieno di ogni cosa. Riavvolgiamo il nastro del tempo, per esempio al 1700…... La società, in Italia era ancora prevalentemente contadina. La gente viveva di pastorizia, agricoltura e di qualche scambio di merci con i paesi e le città vicine. Ci si sposta a cavallo o con carri trainati da animali. Pracchiola si trova proprio su un’antica strada detta "lombarda", sul bordo del torrente, tra innumerevoli fonti d'acqua, ai piedi di un alpeggio e circondato da castagneti da frutto. Insomma, la vita doveva essere dura, ma c'era tutto il necessario per vivere, inoltre la strada garantiva un certo traffico di persone e merci visto il collegamento con la pianura Padana.
Entrando in paese, non possono che balzare agli occhi le fonti ben tenute. Ne approfitto per ricaricare la borraccia: decisamente migliore quest’acqua che quella comunale!!
Sul lato del lastricato, c'è un cartello con alcune informazioni sulla cascata. Seguo le indicazioni e mi incammino in direzione della chiesa. Si passa di fianco alle case attaccate tra loro. Ricorda quasi uno dei tanti vicoli dei paesi posti più a valle. Sotto di me, ci sono dei campi abbandonati e la vicina strada. Arrivo alla chiesa, passo di fianco fino ad arrivare in un tratto voltato. Tenendosi sulla sinistra si attraversa la volta. Amo passare in questi paesi, ma allo stesso tempo mi fa tristezza vedere la solitudine in cui ormai regna. Salendo, passo di fianco ad una cantina, trasformata in un pollaio. Le pochissime persone che incontro, sono anziane che mi guardano come lo straniero venuto da chissà dove e chissà perchè. Sotto questo aspetto, non è cambiato nulla: credo che anche un tempo, conoscendosi tutti, un nuovo arrivato destasse curiosità.... è il bello della vita di paese, protetti da una comunità che si conosce e fa gruppo. Proseguo sul lastricato leggermente in salita, le case di diradano un po'. Sulla
destra noto un lavatoio abbandonato e una cisterna d'acqua, una rapida occhiata e scopro che ancora svolge la sua funzione, raccogliendo acqua da una sorgente, tramite un piccolo canale di roccia.
 Il silenzio è interrotto da cani che mi abbaiano. Arrivo alle ultime case del paese. Noto con piacere che sono in fase di ristrutturazione.... serviranno sicuramente come dimore estive per poi tornare silenziose e fredde in inverno. Il sentiero si allarga diventando una comoda mulattiera, credo sia quel che resta della "via Lombarda"*. In questo tratto di mulattiera si apre, in tutto il suo splendore, il paesaggio della sottostante Valdantena. Si notano anche alcune case sparse qua e là nei campi sottostanti. Nella parte in alto del sentiero, tra l'erba alta, ci sono ancora dei terrazzamenti. La Valdantena è una delle zone più ricche di terrazzamenti in pietra che io ho visto in Lunigiana. La signora Maria di Groppodalosio, racconta che la Valdantena era chiamata "Il granaio di Pontremoli". Non è difficile immaginarlo, visto che sono tuttora visibili i resti dei campi abbandonati tra i boschi e le alture attorno a Cavezzana, Groppodalosio, Casalina e Toplecca.
La salita è leggera, il percorso è percorribile da chiunque, a tratti si intravede il lastricato. Ad un certo punto c’è un cartello che indica di  andare a sinistra. Abbandono la mulattiera e seguo uno stretto sentiero. Lo percorro attraverso un bellissimo boschetto e poco dopo, attraverso un rigagnolo d'acqua. Via via che si procede, si affianca il fiume Magra che adesso scorre sotto di me tra bellissime pozze e qualche salto. Viene quasi voglia di scendere e tuffarsi, il paesaggio già mi appaga, ma la voglia di vedere questa cascata mi fa resistere alla tentazione. Il sentiero è tenuto molto bene: in alcuni punti sono state messe delle piccole staccionate che riparano dalle accidentali cadute. Non vi so dire l'effettiva distanza, un cartello nel paese  diceva 3km, comunque sia, dopo una mezz’ora al massimo, arrivo nell'unico tratto che scende rapidamente sul letto del fiume. Qui il sentiero sembra perdersi nel fiume.... proseguo per altre poche decine di metri sul letto del fiume e la cascata si mostra alla mia vista..... bellissima, ne è valsa la pena. L’acqua cade giù da una parete rocciosa che circonda tutta la zona e si tuffa in una pozza d'acqua cristallina. Ci sono tutti gli elementi di un paesaggio fiabesco: la cascata, l'acqua pulita, la montagna e il bosco. Attorno, sparse qua e là ci sono rocce dalla conformazione strana…. non so se avete mai notato la sabbia sotto l'acqua al mare: presenta quella conformazione particolare fatta da increspature disegnate dal vorticare delle onde, qui, nei pressi della cascata ci sono pietre che sembrano riprodurre quelle forme. Mi avvicino e sento l'umidità dell'acqua che mi rinfresca il viso...... c'è ancora tempo per qualche foto poi mi sdraio su una roccia per godere dei rumori del luogo.
*Durante la via del ritorno faccio un cambiamento di programma: tornato al bivio tra la  mulattiera e il sentiero, decido di risalire un tratto di mulattiera. Salendo diventa chiaro come quella mulattiera dovesse avere una certa importanza, lo testimoniano il lastricato, la sua larghezza, i muretti di contenimento e alcuni passaggi costruiti accatastando grandi quantità di pietre in zone particolarmente ripide.
La larghezza avrebbe consentito il passaggio di un carro. Salgo ancora per circa 10 minuti tra innumerevoli difficoltà, dovute alla fitta vegetazione e ai crolli della mulattiera stessa per le violente piogge di quest'anno. Non ho elementi certi, ma credo che questa sia quel che resta della "Via Lombarda" o "Strada de' Lombardi", una via di comunicazione definita "militare" dal botanico Pier' Antonio Micheli in uno dei suoi libri, redatto durante alcuni viaggi nel 1733.

E' ormai pomeriggio inoltrato ed è tempo di tornare a casa. Non mi resta che consigliarvi una visita a questa bellezza naturale. E' un percorso adatto a tutti anche dai meno allenati senza pericoli particolari.

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