Gli stretti di Giaredo

Gli stretti di Giaredo

Tra le belle escursioni che non devono mancare, c'è sicuramente quella agli stretti di Giaredo, dei profondi canyon scavati dal torrente Gordana. Si trovano al confine tra il Comune di Pontremoli e quello di Zeri.
 
A differenza dell'Orrido di Botri (dei canyon della Garfagnana), gli Stretti di Giaredo sono poco conosciuti e sotto alcuni punti di vista più belli. Non ci sono guide sul posto, come nell'orrido di Botri,  l'escursione è libera..... insomma è una meta ancora "poco turistica" nel bene e nel male.
 
Per arrivare agli stretti, si deve uscire a Pontremoli e continuare sulla statale provinciale per Zeri (SP37), passare sotto i viadotti dell'autostrada e proseguire per i tornanti. Nei pressi di una curva a gomito si svolta a sinistra in direzione "Cavezzana Gordana- Valunga". Si scende lungo questa strada, rimanendo sempre sempre a destra. Lungo la strada si aprono, splendidi panorami.... sembra di sfogliare un depliant turistico. Si deve prestare attenzione perché in breve tempo, si arriva ad un bivio in corrispondenza di una casa.... qualcuno a messo l'indicazione (posticcia) degli Stretti di Giaredo..... si scende a sinistra e si percorre ancora un tratto di strada asfaltata fino ad arrivare ad una curva a gomito. Qui si segue la strada sterrata che continua a scendere fino ad uno slargo in cui finisce. In questo piccolo parcheggio c'è un cartello esplicativo degli Stretti. Si parcheggia e si prosegue lungo il sentiero, facilmente individuabile dal cartello "proprietà privata" e la catena che chiude l'accesso alle auto. Se avete automobili particolarmente basse, potete anche parcheggiarle poco dopo aver imboccato lo sterrato e proseguire a piedi.... in 5-10 minuti arriverete al parcheggio.
 
Percorrendo il sentiero si notano particolari testimonianze di un tempo in cui l'area era vissuta e coltivata. Il sentiero su cui si cammina non è altro che una strada lastricata che passa attraverso campi ormai abbandonati. Proseguendo, sulla destra si vedono ancora dei grossi casolari disabitati e ruderi. Poco più avanti, si affiancano i resti di un canale, probabilmente utilizzato da qualche mulino. Siamo ormai arrivati sul torrente Gordana.  Per quanto ormai abbia realizzato che non esiste montagna che un tempo non fosse coltivata, rimango sempre sorpreso nel trovare tracce di muretti a secco e piane, così lontani dai paesi.
 
Scendo lungo il fiume e inizio la breve camminata verso gli stretti. La giornata è calda ma l'aria non è afosa, non so se è dovuto alla stretta valle o all'acqua gelida che devo di tanto in tanto attraversare. L'acqua cristallina ed un bellissimo albero ai margini di una pozza, contribuiscono a rendere il paesaggio fiabesco. L'albero si trova proprio ai margini del fiume.... deve aver lottato tanto per sopravvivere in quella zona, esposta alla violenza dell'acqua durante le piene del torrente, sembra essersi costruito le sue mura, sasso dopo sasso, inglobandoli nelle sue radici esposte all'aria (vedi foto). Oltrepassando l'albero, mi accorgo che il clima magico del luogo non ha stregato solo me, ma anche qualche altra persona.... pile di sassi messi in bilico uno sull'altro, si presentano sparsi sulla sponda formando torri, in una specie di gioco-rito ancestrale. Un effetto scenico bellissimo.... sicuramente fatti per gioco, ma in questa zona sembrano assumere un significato: forse qualcuno ha rappresentato l'equilibrio personale che ritrova in questo luogo.
 
Si prosegue ancora a monte e a breve distanza, le due sponde quasi si chiudono tra loro..... siamo arrivati all'imbocco dello stretto. In questo punto troviamo la maggior concentrazione di persone. Parliamo sempre di piccoli gruppi, in attesa di amici entrati nell'orrido o di gente appena uscita, stesa su sassi a scaldarsi al tepore del sole: non dimentichiamo che l'acqua è gelida e nell'orrido la temperatura non è mai caldissima.
 
Davanti all'entrata degli stretti, c'è il tempo di fermarsi a parlare con qualcuno, stando con i piedi in ammollo: l'acqua gelida non permette di entrare in modo improvviso. Tra l'uscita e il primo tratto asciutto interno c'è una pozza che costringe a bagnarsi fino alle spalle. In realtà questa pozza varia in funzione delle piene negli anni e del livello del fiume, quindi questa mia descrizione potrebbe non trovare riscontro quando voi visiterete gli Stretti di Giaredo.
Non avendo una tuta in neoprene (quelle da immersione), devo abituarmi pian piano all'acqua e passare da una temperatura esterna di più di 30 gradi e quella dell'acqua notevolmente più bassa. Inoltre gli stretti, al loro interno, alternano pozze profonde a tratti in cui si cammina all'asciutto, quindi è necessario anche organizzarsi, se si vuol entrare con una macchina fotografica non subaquea. Per questo mi sono portato un piccolo canotto da bambino nel quale metto uno zainetto, contenente un asciugamano ed una maglietta nel caso mi venisse freddo. Poso inoltre al suo interno, la macchina fotografica.... sono pronto..... mi avvio lentamente all'interno, seguendo la parte meno profonda della pozza. Arrivato con l'acqua sopra le ginocchia mi faccio coraggio e spingendo il canottino, mi immergo fino alle spalle camminando senza fermarmi, fino ad arrivare alla sponda opposta, all'interno del canyon. E' un freddo che blocca quasi il respiro, ma il tratto è breve. 

Agli occhi uno spettacolo stupendo, fatto da tipologie di roccia differenti di diversi colori. Lo stretto continua per due km tra salti d'acqua, attraversamenti di pozze di acqua limpidissima, muschi e pareti alte anche 50 metri. Sono 2 km che vale la pena percorrere anche se duri a causa del freddo, fino ad arrivare alla diga di Noce di Zeri. Impossibile parlare di tutto ciò che di bello c'è in questo ambiente...... è talmente variabile nel tempo e nello spazio, che quel che vi posso descrivere, lo potreste ritrovare variato alla prossima escursione. Giochi di luce, pozze e colori possono variare di ora in ora e di stagione in stagione. Vi lascio alle immagini, scattate con una semplice macchina fotografica automatica, annebbiata dall'umidità.

Un ultima nota per i bambini....
Avendo un bambino di 8 anni, cerco sempre di concludere dicendo se il percorso è adatto ai giovanissimi. Sì, l'escursione è adatta anche a bambini per lo meno per un piccolo tratto. Anzi, a mio avviso è pure una bella esperienza per loro. Consiglio però di seguire i bambini a vista e di procurarsi un canottino con cui fargli attraversare all'asciutto le pozze più grandi (per evitargli bagni ghiacciati). Il canottino è obbiettivamente scomodo, perché bisogna poi portarselo appresso, ma anche utile per portarsi appresso qualche cosa che ci può essere utile, come una felpa o macchine fotografica. Se avete la tuta da sub è fortemente raccomandata così come un paio di scarpette da mare.
 
Di seguito alcune note più tecniche trascritte più o meno fedelmente dal cartello nei pressi dell'auto e da internet.... 
 
Orrido - per estensione, una profonda gola rocciosa, in particolare nei tratti di quei fiumi o torrenti le cui acque precipitano giù per anfratti e grotte, formando cascate spettacolari che scavano la roccia.  L’orrido si è formato nell’era quaternaria in seguito a variazioni del livello del mare e di movimenti tettonici e all’azione erosiva dell’acqua che ha intagliato verticalmente i vari tipi di roccia; scisti policromi, arenarie macigno,calcari selciferi,diaspri toscani e maiolica accompagneranno la nostra esplorazione tra luci e ombre di questa gola. La valle del torrente Gordana è inserita tra i siti di interesse comunitario del progetto Bioitaly ed è stata eletta SIC (Sito di Importanza Comunitaria).

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