Mulino di Fontanedo sul torrente Penolo

Mulini sul Penolo - Lunigiana - Tresana

Amo la bella gente, la compagnia, tutte le persone care, gli amici… ma non amo lo stile frenetico di una vita che corre. E’ paradossale che io, programmatore informatico, critico i pilastri del mio stesso lavoro: la tecnologia/modernità e corsa verso lo sviluppo… sempre più veloce. Sono qui, a ricercare luoghi spesso solitari, dove nell’aria si respira natura e aria di un passato duro, ma legato a ritmi diversi. Mettiamola così… forse in qualche modo, utilizzo le mie conoscenze per trasmettere sensazioni e ritmi che stiamo perdendo.
Scrivo queste righe di inizio proprio per rispondere a tanti che mi chiedono il “perché condividi questi luoghi”… la risposta è semplice: farli amare che poi forse, è la loro unica salvezza: la condivisione presuppone anche che “più occhi siano meglio di pochi” nel sorvegliarli.
Questo piccolo mulino, merita di essere raccontato per quel che trasmette. In Lunigiana ci sono centinaia di mulini, questo non è il più bello ma sicuramente, tra i più particolari e affascinanti. Non è tanto il mulino in se che è piccolo, ma il contesto in cui sopravvive.
Per arrivare qui, un tempo c’era una mulattiera da Fontanedo. Oggi non rimane praticamente nulla e per arrivarci si percorre una parte di strada da Pisciara, una località di Groppo, fino al guado. Poi si scende lungo il torrente. Questo ultimo tratto è il più bello, quello dove la mente vola, tra piccole pozze e immagini da imprimere. Un percorso che ci aiuta anche a “rivivere” e immaginare il funzionamento del mulino.
Camminando verso valle, s’incrocia una cascata... in primavera o autunno, con una portata d’acqua buona, mostra dei colori vivi in mezzo ad un mare di verde. Non si tratta di una cascata naturale ma di una briglia artificiale, fatta con grosse pietre squadrate. Nella sponda destra c’è ancora una piccola chiusa che convogliava l’acqua in un canale, chiamato “canale di derivazione” che alimentava il mulino.
Viene voglia di fermarsi, tuffarsi e per un attimo, non pensare più a nulla. Questo luogo è cibo per la mente. Proseguendo a valle, sulla sponda destra, rimangono visibili gli archi in pietra che reggevano il canale. Seguendo il torrente, si giunge nei pressi di due stabili, posti più in alto rispetto alla sponda. Risalendoli, ci si trova di fronte a due piccoli ruderi, che probabilmente fungevano da deposito e casa-dormitorio del mugnaio. La cosa che salta all’occhio è che i due stabili, sono divisi dal canale di derivazione che proseguiva in quello che un tempo forse era un grande campo.
Nel lato opposto del “campo” c’è il mulino, composto dalla vasca di accumulo dell’acqua a destra e le macine e le pale che guardano il torrente. Tutti gli stabili sono gravemente lesionati. Il mulino conserva le due macine ed una macina esterna, posta vicino al torrente… non ho idea del perché sia stata messa ordinatamente, in quella posizione.
Attraversando il torrente, un altro grande campo ed un piccolo stabile diruto, rimangono testimoni del tempo. Tutto il luogo non è disperatamente divorato dal tempo, né dalla vegetazione: a parte i danni agli stabili, l’ambiente conserva un suo ordine. Non è difficile immaginare la briglia che raccoglieva l’acqua e la trasportava tramite il canale in pietra, alla vasca del mulino, attraversando il “dormitorio” del mugnaio, il deposito e l’enorme campo. Poi cadeva nella camera delle pale orizzontali tra i rumori dello scroscio d’acqua, le macine e gli ingranaggi. L’acqua veniva restituita al torrente che poco più a valle, si rimpossessava dei suoi rumori naturali.
Ringrazio Franco Bernardini che, in un commento su FB, mi faceva osservare la derivazione preromana del toponimo Penolo, composto dalla radice Pen (monte) + olo (corso d'acqua/torrente)


Come arrivare
E’ un percorso per qualsiasi persona sappia camminare nel letto di un fiume. Segnalo solo due insidie: del filo spinato trovato sparso nei primi 50 metri di torrente, trascinati lì dalla corrente e le pietre scivolose quando piove.
Per arrivare potere usare la traccia o semplicemente passare da Barbarasco, prendere per Giovagallo e lungo la strada, passato Groppo, seguite la stretta strada che scende in località Pisciara. Ad un certo punto troverete un bivio. Parcheggiate e continuate a piendi nella strada che ccende e vi conduce al guado. Da li scendete il torrente. In una ventina di minuti siete alla briglia e subito dopo incontrate il mulino.
La briglia si apprezza bene in autunno e primavera, quando c’è tanta acqua. In piena estate non trasmette la bellezza che vedete nelle foto sotto

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Mulino di Ponte Penolo (12.36 KB) 12.36 KB

2022-07-14 11:07:51

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