Ammetto di essere incantato dal fascino dalla storia e dalla ricerca di luoghi dimenticati come il Mulino Gorgedo. Mi affascinano i luoghi frequentati dai contadini e dalle persone comuni, molto più che i sontuosi castelli. Sulle mappe cerco ruderi "quasi sconosciuti". Ad un monumento che non ha nulla più da svelare, preferisco il rudere avvolto nel mistero di cui solo gli anziani ne custodiscono la storia.
Così, cercando sulle mappe, mi addentro nei sentieri di Catizzola, nel comune di Tresana, per raggiungere il Mulino Gorgedo, censito già nel 1830. Da una strada sterrata, che probabilmente ricalca la vecchia mulattiera, scendo nel letto del torrente Canossilla. Si nota da subito la presenza in zona di un possibile mulino: i campi delineati dai muretti a secco si susseguono ai bordi del letto del torrente. In primavera sembrano giardini fioriti e conservano un certo ordine, nel disordine della natura.
Dalla fine dello sterrato, sul torrente, poca strada mi separa dal mulino e in breve si mostra sulla sponda destra. Le sue pareti di pietra grigia sono segnate dal tempo e adornate da rampicanti.
Mi avvicino con cautela e soddisfazione, come se stessi entrando in un mondo incantato. Varcata la soglia del bosco che lo accoglie, ci si trova di fronte a un edificio piuttosto maestoso e affascinante... un'atmosfera intima e accogliente. I raggi del sole filtrano tra gli alberi e fanno capolino qua e là. Devo dire che questo è un mulino conservato anche piuttosto bene considerando che è abbandonato da decenni, in ambiente umido e difficile. Conserva tutto il necessario per comprenderne il funzionamento
C'è un profumo sottile di storia e di lavoro svolto con passione. Ogni oggetto raccontava una storia, dai vecchi attrezzi del mugnaio a piccoli particolari e oggetti abbandonati.
Il fascino di questi luoghi, come li vediamo ora, rischia di farci sognare e darci un'immagine distorta del mugnaio sorridente e rilassato in un ambiente da favola. Sicuramente era un bellissimo mulino che per lavorare aveva bisogno di duro lavoro, in un ambiente freddo e umido.
Custode di segreti e di storie ormai dimenticate, il mulino racconta ancora, con le immagini sfocate dal tempo, quello che doveva essere con la sua stanza delle macine, le sue ruote orizzontali, la casa del mugnaio, il deposito e la "gora" di ben 250 metri, che porta alla vasca di raccolta dell'acqua, posta a monte del mulino.
Il mulino è ridotto a rudere ma racconta ancora la sua storia con immagini, a chiunque voglia ascoltare. Magia e bellezza rimangono custoditi nella mia mente e li porto a casa con me.
Come raggiungerlo...
Ho segnato il percorso col GPS e potete scaricare la traccia sotto. Per i "pigri" invece, passando Catizzola in direzione monte, passate il paese e l'ultima casa. Appena vedete l'inizio del bosco, noterete un deposito alla vostra sinistra ed una discesa sterrata alla destra che scende. Se seguite lo sterrato arrivate al torrente da cui potete risalire per un breve tratto e ritrovarvi il mulino alla vostra sinistra.