Sorgente sulfurea a Cavezzana D'Antena

Fonte di acqua sulfurea

Passando sulla statale della Cisa molti di voi avranno visto, nei pressi di Montelungo, un grande striscione in cui è scritto l'imminente apertura di una struttura di cure termali. Si tratta di acque termali oligominerali di Montelungo e di acque solforose curative che sgorgano a Cavezzana D'Antena. Avevo sentito parlare molto di questa sorgente, ma fino ad oggi, non ero mai stato a vederla.

Il paese è diviso in Villa Inferiore e Superiore ed è posto sulla destra del torrente Civasola a mezza costa del Monte Cucchero. Ci si arriva sia da Molinello, nella Valdantena salendo in direzione Groppoli, sia dalla statale della Cisa nei pressi di Montelungo. E' un paese che rimane piuttosto isolato, lontano dal traffico, non essendo attraversato da strade importanti. Chi viene qui lo fa unicamente per vedere il paese, per la sua fonte di acqua solfurea o per trascorrere una vacanza. E' un paese che d'inverno è quasi disabitato, come molti altri paesi della Valdantena. Per arrivare al paese, consiglio di prendere per "passo del Cirone" al primo tornante salendo per la statale della Cisa. Arrivati a Molinello trovate le indicazioni per Gravagna e Cavezzana D'Antena. Questa è la strada più comoda e paesaggisticamente bella per raggiungere il paese. L'altra, quella di Montelungo, è una strada percorribile ma sterrata, quindi inadatta ad alcune auto.

Arrivo una mattina di agosto, salendo verso la chiesa che si trova a Villa Superiore. Parcheggio nel piccolo piazzale della chiesa e preparo lo zaino.... il tempo di mettermi gli scarponcini da montagna e sono pronto. Il caldo mi suggerisce di lasciare i finestrini dell'auto completamente aperti: siamo in montagna, fuori dalle usuali rotte turistiche, la gente di montagna conserva una dignità ed onestà che in alcune zone del piano si è persa....

Decido di fare due passi in paese, il mio obiettivo rimane la fontana di acqua sulfurea, ma ascoltando la gente, magari trovo altri posti da visitare. Purtroppo, la chiesa è chiusa, peccato.... poteva essere interessante, tra l'altro leggo che è stata restaurata di recente. Mi avvio verso l'alto, seguendo i segnali della Francigena. Le case non sono completamente diroccate, anzi, molte sono ristrutturate e comunque, la maggior parte, mi sembrano abitabili. Dopo pochissimi minuti, sulla mia sinistra, si affaccia una bellissima cisterna d'acqua. Sulla finestrella che guarda al suo interno, c'è una bellissima rappresentazione di "Maria Vergine di Loreto" datata 1895. L'acqua della cisterna è limpida e fresca da questo si intuisce come sia tutt'ora funzionante. Più avanti si arriva ad un bivio e il lastricato segue due strade distinte, una verso il Passo della Cisa e del Righetto, l'altro scende in direzione Molinello. Tra le due strade c'è un simpatico cippo colorato in cui è rappresentato il paese. Sono questi piccoli particolari che dimostrano l'attaccamento della gente al proprio paese: l'abbellimento di un cippo, l'ordine e la pulizia..... è la stessa cura che si mette nei particolari di quando si invitano gli amici a casa. In prossimità del bivio, iniziano i campi coltivati che salgono verso il passo.

Torno sui miei passi verso il centro del paese, incrocio un signore intento a leggere al fresco di una casa voltata. Ne approfitto per chiedere le indicazioni per la fonte di acqua sulfurea. Mi dà le indicazioni aggiungendo particolari e domande del tipo "Ma tu che ci fai qui?". Mi parla inoltre delle persone che saltuariamente vede andare alla fonte con bottiglie e taniche e su come lui stesso ed altri del paese, usufruiscano di quell'acqua..... e già, perchè per quanto non ancora sfruttata, quella fonte è stata oggetto di studio per attestarne le reali capacità curative (cosa indispensabile per aprire le terme di Montelungo). Mi spiega poi l'incredibile storia delle terme che avevo già sentito dire, ma di cui non avevo mai approfondito il problema. Infatti il comune di Pontremoli, aveva ottenuto dei fondi per la costruzione delle terme di acqua sulfurea proprio a Cavezzana D'Antena. Con quei fondi è stata costruita la struttura che doveva ospitarle ed è tutt'ora visibile. Poi, le terme si è deciso di farle a Montelungo, a 3 Km di distanza con un dislivello di alcune centinaia di metri. Sono state costruite pompe per portare l'acqua a Montelungo alla struttura attualmente esistente ma mai avviata. E' uno dei tanti scandali italiani a cui purtroppo, ci siamo abituati. Resta il fatto che portare l'acqua sulfurea a 3 km di distanza è pura follia oltre che uno schiaffo morale alle persone di Cavezzana D'Antena che si vedono defraudati dalla loro unica ed importante risorsa naturale. Si spera che la struttura abbandonata venga riutilizzata perchè di per sè non è brutta ma che al momento è uno scheletro brutto da vedere e pericoloso visto che è accessibile a tutti.

Dalle indicazioni che mi vengono date, capisco che la fonte si trova in un bosco nella parte di sotto del paese. Mentre cammino nel paese, incrocio una signora che saluto con un "buongiorno", lei risponde ma il mio aspetto nordico tradisce e così si rivolge a me con un "Where do you come from?".... e sì, questa gente di montagna si è adattata ad un turismo straniero di buongustai così, magari si trovano persone che affittano case che conoscono l'inglese meglio dell'informatico cittadino. La signora mi spiega che da lì passano tanti pellegrini, spesso stranieri. Mi racconta che prima di me aveva incrociato due pellegrini che venivano dalla Svezia. Anche lei mi parla della storia delle terme con la stessa rabbia e rassegnazione già vista prima. Mi indica anche la strada per un antico ponte, presente sotto il paese.

Scendo nella parte inferiore del paese tra lastricati, zone voltate, antiche maestà. La strada si allarga e noto un indicazione che mi indica la direzione della fonte. Sulla mia destra ho lo scheletro dell'impianto termale.... ormai siamo vicini. La strada diventa sterrata e sulla mia sinistra vedo un cancello di legno che mi era stato indicato come ingresso verso la fonte. Lo apro ed entro in un bellissimo bosco di castagni. Pochi passi e l'odore dell'acqua solfurea si fa prepotentemente sentire: ha un odore fortissimo. E' canalizzata in un tubo di ferro bloccato dal cemento. Altri tubi escono da alcune parti in cemento: immagino che quando c'è più acqua la fonte sgorghi anche da quei tubi. Tutto è fatto in modo poco invasivo e quei tubi sono perfettamente inseriti nella natura che li circonda. Nelle immediate vicinanze del tubo le pietre hanno un aspetto bianco, dovuto alla caratteristica acqua. Pare che queste acque fossero conosciute già nel XVIII secolo. L'acqua che scorre dal tubo è limpida e fresca.

Visto che quell'acqua è stata oggetto di studio e certificata come curativa, decido di usufruirne. Mi bagno prima le braccia e poi la faccia e le spalle. L'odore non è invitante, anzi... ma la giornata torrida invita comunque ad una rinfrescata. Devo dire che l'odore, una volta asciugata, non permane sulla pelle, non si può dire la stessa cosa se viene ingerita. Al di la di tutto questa è una tappa interessante a chi ha problemi risolvibili con queste soluzioni. Peccato che non sia possibile fare il bagno poichè si tratta di una fonte che scorre in un piccolissimo rigagnolo, in mezzo alla terra del bosco, quindi scordatevi i bagni come in altre parti in cui la fonte sgorga nei fiumi. Da un lato mi piace sapere che quest'acqua non è sfruttata, dall'altro penso che uno sfruttamento intelligente, porterebbe alla rinascita di questo bellissimo paese.

Ricarico in spalla lo zaino, c'è ancora da vedere un ponte e il tempo è tiranno. Ritorno verso il paese e giro a destra in prossimità di una maestà, vicino ad una fontana. Passo di fianco a delle case e dei campi e inizio a scendere. In poco tempo, seguendo la mulattiera, si arriva ad un vecchio ponte ad arcata unica. E' fatto interamente in pietra ed è sufficientemente largo per farci passare un carro. La sua vista migliore la offre dal torrente, da qui da l'idea della grandezza. Purtroppo versa in condizioni di grande degrado. In paese mi raccontavano che quella era l'unica via di comunicazione con la statale della Cisa, quando la strada asfaltata non arrivava al paese.

Attraverso il ponte e risalgo un pezzo di mulattiera. Il lastricato è tuttora ben messo e, subito dopo il ponte, sulla prima salita, si nota un ulteriore piccolo ponte in pietra. sarebbe interessante risalire la mulattiera fino alla statale della Cisa, ma non c'è tempo.

Finisco con una piccola considerazione.... una signora del paese mi ha detto che lassù è arrivata l'auto di google, quella con la telecamera...... ma con un tono di tristezza e rabbia mi fa presente che non è arrivata neppure alla chiesa. E' una nota curiosa, ma anche un osservazione fatta da chi abita nel paese e ha visto andare via la maggior parte degli abitanti, insomma, anche la telecamera di google poteva essere un momento di contatto col mondo.... un modo come un altro per dire "Ci siamo anche noi".

Vi lascio con le indicazioni precise per arrivare alla sorgente di acqua sulfurea.

Poco prima di arrivare al paese, al bivio prendete per "Villa Inferiore", percorrete la strada fino ad una maestà. Parcheggiate e proseguite a piedi per la strada, ci sono anche delle indicazioni. Passate di fianco alla struttura abbandonata delle terme e continuate a salire per qualche decina di metri, fin quando non avrete di fianco un bosco recintato con un cancelletto di legno. Aprite il cancello e proseguite lungo il sentiero, la fonte si farà sentire (è lì a pochi metri).

Se volete invece vedere il vecchio ponte, alla maestà girate a sinistra e poi di nuovo a destra tra le case e i campi. La mulattiera scende e in pochissimo tempo raggiunge il ponte. Non dimenticatevi anche di andare a vedere la zona della chiesa e risalire verso la cisterna: dalla chiesa girate in salita a destra e poi di nuovo a destra.

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