Il vecchio canale della centrale di Bassone (Pontremoli)

Centrale di Bassone

Nel 1888, fu avviata la prima centrale per la produzione di corrente elettrica di Guinadi-Borgallo. Questa forniva energia al cantiere per la costruzione della galleria ferroviaria del Borgallo, consentendo l'illuminazione e il pompaggio dell'aria nel tunnel durante la fase di costruzione. Questo evento segnò la prima produzione di energia elettrica nel Pontremolese.
Verso la fine del XIX secolo, fu costruita anche la Centrale di Bassone, che contribuì ad alimentare varie attività imprenditoriali, tra cui la fornace di laterizi di Casa Corvi e le cartiere lungo un asse che partiva dalla Centrale e scendeva fino al ponte della Cresa. Nasce così il primo sistema organizzato di distribuzione energetica alla cittadinanza, con la stipula di contratti regolari e il pagamento di canoni.
La Centrale di Bassone era alimentata dall'acqua proveniente dal Torrente Betigna e da uno dei suoi affluenti, attraverso due acquedotti separati. Il principale scorreva in superficie, lungo la sponda destra del Torrente Betigna. Nella mappa sotto potete vederne i percorsi.
Il canale superficiale è ancor oggi visibile e rassomiglia ad un vecchio serpente in pietra dorme tra l’intensa vegetazione. Sono circa 1500 metri di acquedotto di superficie, che confluiva poi in quello sotterraneo nei pressi di Bassone dove c’era, ed è visibile tutt’ora, la centrale elettrica. Dalle mappe risulta poi proseguire a Casa Corvi e poi giù fino alla fine di Viale Cabrini. E’ una struttura spettacolare, in parte arroccata nell’argine destro del Torrente Betigna, fatta in pietra, tra alternanze di archi e ponti.
Segue parallelo il torrente, allontanandosi via via in altezza a causa della sua inclinazione, minore rispetto al torrente. Da un calcolo approssimativo su mappa, mi risulta che l’acqua veniva presa a quota 462 mt (sul livello del mare) e che confluiva nella parte sotterranea a un km e mezzo più a valle poco sotto quota 456 mt. Possiamo stimare con approssimazione che quel serpentone di archi di 1,5 km, ha un dislivello intorno ai 4-5 metri.
E’ chiaro dalle mappe che vedete in foto, che l’acquedotto in superficie, era stato costruito seguendo la quota ortometrica (ossia la linea di mappa che ci dice quanto un punto “sta sopra” il livello del mare). Un opera impegnativa che sicuramente ha richiesto tanta fatica. L’acquedotto alterna tratti nascosti, appoggiati direttamente sul terreno e poco visibile dal basso, a tratti in archi o sospesi su ponti. Il canale in cui scorreva l’acqua era intonacato e coperto da enormi lastre di pietra. Tutto il tratto era ispezionabile per la manutenzione, quindi l’intera parte superficiale era pedonabile, sono ancora visibili i parapetti in ferro di sicurezza. Un opera incredibile, quanto malinconica che si nasconde tra la vegetazione.

Ringraziamenti...
Giovanni Bellani che mi ha messo nella strada giusta nel capire la funzione originale del canale e "Il Corriere Apuano, 15.1.2000" per le note storiche.


Come ci si arriva?
Passato il paese di Codolo proseguite in direzione Codolo Chiesa. Prima del tornante che conduce al cimitero, sulla destra c’è una strada sterrata. Prendere quella strada a piedi e scendere lungo la prima strada sterrata a destra (ho messo la traccia GPS). Percorso tutto lo sterrato, vi ritrovare il torrente, non andate verso il torrente ma tenetevi a ridosso sui tratti ripidi della sponda destra e inizierete a vedere gli archi. Purtroppo l’acquedotto non è percorribile se non a tratti a causa delle sue condizioni. Tuttavia se lo seguite dal basso, noterete tanti tratti molto belli per fare foto

Allegato Dimensione
Vecchio acquedotto di Pontremoli (8.96 KB) 8.96 KB

acquedotto

Coordinate mappa
Background body show when use boxed layout
You can upload image for /themes/gavias_venix/images/patterns
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Color skins
Body layout